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Contesti – I viaggi di Fontana

Nell’aprile 1775, poco dopo l’inaugurazione del Museo, Fontana presentò alle autorità fiorentine un progetto di viaggio europeo che avrebbe voluto intraprendere con Giovanni Fabbroni. L’obiettivo era quello di procurare oggetti per le collezioni naturalistiche, strumenti per l’osservatorio da attivare e per il laboratorio di chimica, acquisendo al contempo esperienza nelle tecniche costruttive. Inoltre, il viaggio avrebbe consentito di stringere rapporti con le istituzioni straniere e con gli scienziati che vi operavano, inserendo il Museo fiorentino nei grandi dibattiti europei. Dal punto di vista di Fontana, il viaggio sarebbe stato un’occasione di promozione per le politiche del granduca Pietro Leopoldo, ma anche un modo per consacrare le sue ricerche in un contesto di respiro internazionale, al di fuori dell’ambiente toscano e in continuità con gli ideali illuministici.

Prima tappa scientifica del viaggio fu Ginevra, dove era previsto un incontro con il naturalista Charles Bonnet, da poco divenuto corrispondente di Fontana. Arrivato sul Lemano insieme a Fabbroni alla fine di dicembre 1775, lo scienziato trentino si intrattenne per qualche giorno con il collega svizzero e gli mostrò alcune delle sue osservazioni microscopiche sulla rigenerazione dei microrganismi. All’inizio di gennaio, Fontana e Fabbroni raggiunsero la loro meta successiva: Parigi.

Il soggiorno nella capitale francese fu segnato da impegni istituzionali per conto del Museo e di Pietro Leopoldo, ma anche da un intenso lavoro di ricerca personale. L’attività scientifica di Fontana fu diversificata e si rivolse in larga parte ai temi della chimica pneumatica, come dimostrano le memorie pubblicate in quegli anni. Grazie alle conoscenze della legazione granducale – e nonostante alcune iniziali difficoltà di adattamento – Fontana poté entrare in relazione con i circoli intellettuali parigini e con gli hommes d’esprit dell’Académie des sciences, stringendo amicizia con personaggi quali Jean-Baptiste d’Alembert, Nicolas de Condorcet o Benjamin Franklin. Riuscì inoltre a procurarsi una cospicua mole di oggetti per le sezioni di chimica e storia naturale del Museo, ma rimase deluso dagli strumenti di fisica disponibili a Parigi. Per questi ultimi, e per completare la raccolta di pezzi naturalistici, si rendeva necessaria una tappa a Londra.

Nell’estate del 1778, Fontana e Fabbroni sbarcarono Oltremanica. Tramite l’ambasciatore imperiale in Inghilterra, i due si inserirono rapidamente negli ambienti scientifici londinesi e presero consapevolezza dei più recenti avanzamenti tecnologici. La mediazione dello scienziato olandese Jan Ingenhousz aprì a Fontana le porte della Royal Society e delle sue sedute, durante le quali si aggiornò sulle ultime novità, intervenne nei dibattiti e presentò due ricerche sull’aria infiammabile e quella estratta dall’acqua. Le frequentazioni accademiche gli permisero di conoscere costruttori professionisti di strumentazione scientifica – come Nevil Maskelyne e Jesse Ramsden – e di stilare liste di macchine astronomiche e di fisica sperimentale da acquistare per il Museo.

Nella primavera del 1779, la corte toscana iniziò a mostrare insofferenza per la condotta di Fontana, che sembrava occupato più nei suoi affari personali che nell’adempimento dei compiti per cui era stato inviato in missione. Lo scienziato tentò di rassicurare il governo granducale, ma il programma di acquisto di strumenti di fisica fu ridimensionato – dal momento che Fontana ritenne di poterli costruire a Firenze – mentre quello di strumenti astronomici fu respinto. Alla fine dell’anno, Fontana e Fabbroni lasciarono Londra e, dopo una tappa a Parigi, rientrarono a Firenze.

I quattro anni di viaggio in Europa furono per Fontana un’eccezionale occasione di arricchimento delle proprie conoscenze e di consolidamento delle relazioni internazionali. La sua produzione scientifica ne beneficiò, con una serie di opere nate dagli esperimenti compiuti a Parigi e Londra, così come la sua competenza nella costruzione di macchine, che avrebbe consentito di realizzare strumenti di precisione anche a Firenze.